La psicoterapia cognitivo comportamentale si sviluppa attorno agli anni ’60, dalle intuizioni di due terapeuti: Aaron Beck e Albert Ellis.
In questa prospettiva terapeutica l’enfasi viene attribuita alla relazione esistente tra pensieri, emozioni e comportamenti.
Questi tre processi si rapportano tra di loro in vari sensi, e non per un’unica via di causa-effetto.
I pensieri possono condizionare il comportamento e la valutazione affettiva (penso di non piacere alle persone, evito di frequentare gente, mi deprimo della mia solitudine); tuttavia le emozioni stesse possono attivare degli scopi (o pensieri) e quindi agire da motivatori di un’azione (vedi il caso in cui la paura attiva la percezione di minaccia e quindi la fuga); inoltre le emozioni influenzano i processi di ragionamento quali attenzione, memoria e recupero di informazioni (il cosiddetto Mood Congruity Effect, per cui se sto sperimentando ansia sarò maggiormente attento agli stimoli minacciosi e ciò mi porterà ad interpretare la situazione in maniera ancora più pericolosa).