La psicoterapia cognitivo comportamentale mette in risalto il ruolo giocato dai nostri pensieri, convinzioni, credenze, doveri rispetto a noi stessi, agli altri e al mondo e la loro relazione con l'innesco di particolari emozioni. Pertanto la terapia concentra il suo lavoro principalmente nell'individuazione di eventuali pensieri "disfunzionali" e controproducenti che innescano processi di azione e/o cicli interpersonali e/o relazionali negativi. Si esplora e si ipotizzano assieme le possibili cause e origini di tali pensieri rigidi e inflessibili, il loro sviluppo nel corso del tempo, il loro mantenersi, per giungere ad una visione più completa, globale e alternativa del proprio mondo interiore. Il lavoro è quindi focalizzato sull'auto-monitoraggio dei propri stati emotivi, dei propri agiti, reazioni, conseguenze, e sulla loro discussione attiva.
E' un approccio che richiede collaborazione reciproca e sviluppo di una relazione di fiducia ed empatia tra terapeuta e cliente. Il lavoro non è circoscritto all'ora di seduta settimanale, ma prevede una continua riflessione e osservazione di se stessi (anche per via di compiti "sperimentali", esposizioni, tenuta di diari ecc..) che accompagnano la persona per tutto il tempo della terapia, nella sua quotidianità.
L'approccio cognitivo si avvale dell'uso di metodologie pratiche ed esperienziali e di modalità didattiche-psicoeducative, per mezzo di cui la persona potrà sentirsi sempre più "terapeuta ed esperto di se stesso", apprendendo come funzionano i meccanismi psicologici (propri e quelli generali dell'essere umano), Questi mezzi "attivi", offrono la possibilità di riconoscere miglioramenti nel giro di tempistiche medio-brevi, che possono andare dai 3-6 mesi ad un anno. Ovviamente i tempi sono puramente di riferimento e indicativi; nulla vieta di interrompere prima il trattamento o di proseguirlo ulteriormente qualora emergano nuovi aspetti che si vogliano esplorare e conoscere meglio di se stessi.
Solitamente prima di definire le specifiche strategie terapeutiche e gli obiettivi da raggiungere (essenziali per avere piena consapevolezza dei propri progressi e sviluppi), si svolgono un paio di colloqui anamnestici e di raccolta dati, in cui si ha l'opportunità di comprendere meglio come funziona la psicoterapia cognitiva e dissipare eventuali dubbi sul percorso terapeutico. Questi colloqui sono inoltre essenziali per il terapeuta per poter prendere visione di una panoramica della persona e iniziare ad ipotizzare le strategie di intervento più idonee alla situazione.
Le strategie terapeutiche utilizzate:
Schema Therapy (di Jeffrey Young)
Teoria dell'attaccamento (di John Bowlby)
Circolo della sicurezza (di John Bowlby)
Mindfulness (di Jon Kabat Zinn) e Mindful eating (J. Kristeller)
Alleanza Terapeutica (G. Liotti, F. Monticelli)
Psicoeducazione per riconoscimento e gestione delle emozioni
Psicoterapia cognitivo comportamentale (Aaron Beck & Albert Ellis)
La psicoterapia cognitivo comportamentale viene applicata nel trattamento di:
Disturbi d'ansia (attacchi di panico, fobie, ipocondria, ansia generalizzata, ansia sociale, perfezionismo)
Disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata, abbuffate, fame nervosa)
Psicologia dell'alimentazione (supporto alle diete nei casi di sovrappeso, obesità, intolleranze, celiachia, diabete, cardiopatia...)
Disturbi dell'umore, svalutazione di sè, scarsa autostima
Difficoltà relazionali, affettive e interpersonali
Per ulteriori informazioni puoi consultare le sezioni: Psicoterapia Online e Contatti
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