Assertività: la capacità di esprimere emozioni e opinioni senza sentirsi in colpa.

Con il termine assertività si intende la capacità di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, manifestare i propri bisogni, desideri, preferenze e difendere i propri diritti - in modo onesto, diretto, adeguato e rispettando i diritti (e non i desideri!!!) altrui.

assertivitàPertanto un comportamento assertivo è un comportamento di relazione che implica: 

  • Un’onesta espressione dei propri bisogni, desideri, sentimenti ed opinioni 
  • Adeguatamente e coerentemente alla situazione specifica in cui ci si trova 
  • Senza provare (troppo) imbarazzo o senso di colpa 

 

Per sviluppare assertività è importante imparare a: 

  • Distinguere il proprio valore personale dal giudizio degli altri (i giudizi degli altri sono solo pensieri dell’altro, non certezze. Ci indicano cosa piace o non piace all’altro, ci mostrano i suoi parametri di giudizio, ma non sempre dicono qualcosa di noi) 
  • Distinguere il valore personale dalla prestazione valutata 
  • Ricollocare un singolo giudizio all’interno di un giudizio globale 
  • Comprendere che l’altro non può leggere la nostra mente (pensieri del tipo “Se una persona ci tiene a me, dovrebbe capire cosa voglio/cosa provo, senza che glielo spieghi/dica” risultano poco efficaci e controproducenti) 

 

E’ quindi importante seguire alcune tappe:

  1. Apprendere i diritti assertivi e i loro limiti
  2. Arrivare a conoscere le cause e le convinzioni che sono alla base dei comportamenti non assertivi (le quali causano emozioni quali ansia, depressione, senso di colpa, rabbia contro se stessi e contro gli altri, vergogna, angoscia, invidia)
  3. Applicare nei rapporti di tutti i giorni le abilità acquisite

 

Ma che cos'è, nella pratica, un comportamento assertivo?

Lo possiamo comprendere distinguendolo da quello passivo e da quello aggressivo.

 

La persona passiva tende a inibire le proprie emozioni a causa di momenti di imbarazzo o di sentimenti di colpa. Si sente spesso “oppressa” e intimorita dagli altri e si scusa eccessivamente, anche quando non è il caso. E’ inoltre spesso depressa, ha un basso concetto di sé o si vede in balia degli altri. Il risultato è che una persona che si comporta in maniera passiva difficilmente riesce a soddisfare un suo bisogno e/o desiderio, ad instaurare rapporti con gli altri, a dire la sua opinione, ad accettare un complimento senza sminuirlo, etc.

Obiettivo del comportamento passivo sembra essere quello di ottenere benevolenza evitando il conflitto e compiacendo l'altro.

 

comportamento assertivoLa persona che si comporta in maniera aggressiva riesce spesso a realizzare i suoi desideri, ma a spese degli altri, rovinando così il suo rapporto con loro. Con più frequenza di altre persone cerca di risolvere situazioni problematiche con la violenza (verbale e fisica), mettendo così a disagio gli altri o offendendoli. Lascia poco spazio agli altri e tende, anche inavvertitamente, a imporsi in continuazione. Non ammette quasi mai di avere torto. Le sue “esplosioni” ripetute ne fanno una persona molto spesso evitata dagli altri e, dato il suo scarso successo sociale, una persona generalmente insoddisfatta di sé.

Obiettivo del comportamento aggressivo sembra essere quello di acquisire potere personale e sociale.

 

La persona assertiva agisce per ottenere ciò che desidera e ritiene opportuno per sé, pur rispettando i diritti (e non necessariamente i desideri) degli altri. Ha poca ansia o imbarazzo nei rapporti con le altre persone, e conserva una buona opinione di sé, anche quando non riesce a raggiungere il proprio obiettivo (non si denigra, non mette in discussione il proprio valore, anche se ha un episodio di “fallimento”, o non successo).

Obiettivo del comportamento assertivo è quello di ottenere soddisfazione personale e nei rapporti interpersonali.

 

Cosa fare per diventare più assertivi? La terapia cognitivo comportamentale ci ricorda che occorre in primo luogo esprimere bisogni e richieste: 

  • Usando frasi in prima persona (“IO…) 
  • Usando verbi con assunzione di responsabilità (..Vorrei, preferirei, desidererei, penso, ritengo, credo…) 
  • Usando un messaggio chiaro e diretto, senza l’uso di giustificazioni o scuse (che annullano l’effetto di legittimazione e affermazione) 
  • Usando frasi “cooperative” (“facciamo.. proviamo…”) e di apertura all’altro (“tu cosa ne pensi? Tu come la vedi? Come ti senti?...) 
  • Usando frasi che parlano di fatti ed eventi specifici e presenti (e non generici e passati). Ad es. meglio dire “ti sto aspettando, sei in ritardo”, piuttosto che “come sempre sei in ritardo!”. 
  • Usando frasi che criticano/giudicano un comportamento e non la persona (meglio dire “mi stai interrompendo, volevo finire un concetto”, piuttosto che “sei un maleducato, non si riesce a parlare con te”)

 

La terapia cognitivo comportamentale ci suggerisce inoltre di superare il senso di colpa chiedendo di valutare: 

  • Se la richiesta è ragionevole? Quali sono i miei costi se dico di si? 
  • Svantaggi del dire sempre di si (effetto tappetino, rischio di covare rancore e rabbia, rinuncia a cose desiderate…) 
  • Vantaggi del dire di no (ad es. autenticità della relazione) 

 

Infine, bisogna adottare anche un comportamento assertivo non verbale:  

  • Tenere le spalle ben dritte e non gesticolare troppo 
  • Guardare l’interlocutore negli occhi 
  • Assumere un atteggiamento di apertura (non incrociare gambe e braccia) 
  • Mantenere la giusta distanza dall’altro (non invadere lo spazio personale e non manifestare difficoltà alla vicinanza) 
  • Parlare lentamente, con un tono di voce sufficientemente alto e stabile, fare pause 
  • Training di rilassamento muscolare (per addestrarsi alla calma) 

 

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Dott.ssa Chiara Francesconi

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Autori: J.Young, J.Bowlby, Jon Kabat Zinn, G. Liotti, Aaron Beck & Albert Ellis

Dott.ssa Chiara Francesconi - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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