Il culturismo, o bodybuilding, è una pratica sportiva che ha come fine il cambiamento della composizione corporea tramite l’aumento e la marcata definizione della massa muscolare, il quale viene perseguito attraverso un preciso regime alimentare e attività di sollevamento pesi. Durante una competizione di culturismo, gli atleti esibiscono il loro fisico di fronte ad una giuria, che assegna i punteggi in base alla dimensione, alla simmetria e alla definizione della muscolatura.
Sebbene esistano anche donne dedite al culturismo, il bodybuiliding appare prevalentemente come uno sport maschile. Quando praticato ad alti livelli, può spingere ad allenamenti incessanti in grado di creare condizioni di rischio, organiche e psicologiche. La pratica sportiva è costituita da sforzi submassimali ripetuti: un’attività anaerobica che può provocare sovraccarico delle articolazioni ed eventi vascolari, specialmente se protratta per lungo tempo.
Dal punto di vista psicologico, l’eccessiva focalizzazione su aspetti estetici e sul peso corporeo può mettere a rischio di sviluppare disturbi correlati all’immagine corporea e comportamenti alimentari disfunzionali, alimentati da una particolare insoddisfazione per il proprio aspetto e dalla smania di ottenere un fisico più grosso e muscoloso. In particolare, sembra che questi sportivi manifestino in molti casi una percezione distorta della propria immagine corporea, che può diventare un vero e proprio disturbo da dismorfismo corporeo o dismorfia muscolare. Inoltre possono sviluppare ossessioni per l’alimentazione e l’esercizio fisico simili a quelle riportate nei pazienti affetti da disordini alimentari. I comportamenti alimentari disfunzionali messi in atto con maggior frequenza riguardano l’adesione a diete molto rigide, finalizzate all’aumento della muscolatura, comportamenti bulimici e uso di lassativi per impedire qualsiasi deposito di grasso corporeo.
La dismorfia muscolare, nota anche come vigoressia, è stata introdotta nella letteratura nel 1993 quando Pope, Katz e Hudson descrissero una condizione presente in un gruppo di culturisti, che allora denominarono “anoressia inversa”. Gli atleti affetti da questo disturbo credevano di apparire minuti e gracili, indossavano vestiti larghi e pesanti e si rifiutavano di mostrare il loro corpo in spiaggia. Questi soggetti desideravano avere un corpo più muscoloso, senza aumentare la massa grassa. Essi presentavano una marcata dipendenza dall’attività fisica e un’attenzione eccessiva alla loro alimentazione. Mostravano inoltre compromissione del funzionamento in diverse aree, da quella sociale a quella lavorativa e relazionale. I soggetti tendevano infatti ad allenarsi per più di due ore al giorno, sacrificando impegni sociali e rinunciando ad assumere ruoli di rilievo in ambito lavorativo, pur di perseguire lo scopo di allenarsi il maggior tempo possibile. Ovviamente tale priorità inficiava severamente anche le relazioni affettive e familiari. Per ottenere il corpo desiderato, i soggetti affetti da dismorfia muscolare si sottoponevano ad estenuanti esercizi fisici, all’abuso di sostanze illegali e dannose, soprattutto steroidi anabolizzanti, e a meticolose diete in cui venivano categoricamente esclusi cibi ad elevato contenuto di grassi e carboidrati, in favore di alimenti iperproteici.
I soggetti affetti da dismorfia muscolare dimostrano uno specifico pattern disfunzionale di comportamento, ossia un’ossessione per l’esercizio fisico e la dieta restrittiva e rigida. Nel corso degli anni, diverse ricerche hanno suggerito una forte relazione tra la sintomatologia della dismorfia muscolare e i disturbi alimentari (mettendo in discussione la sua inclusione tra i disturbi dello spettro ossessivo compulsivo). E’ stato infatti rilevato che, al contrario di altri disturbi da dismorfia corporea, la dismorfia muscolare sembra avere caratteristiche cliniche ossessivo compulsive centrate sull’esercizio fisico intenso ed eccessivo e sul seguire di una dieta rigida (simile all’anoressia nervosa). Gli uomini che ricercano un corpo eccessivamente muscoloso sembrano mostrare un profilo psicologico simile alle persone con un disturbo dell’alimentazione che include punteggi elevati nelle scale del perfezionismo e della preoccupazione relativa all’immagine corporea, alla dieta e all’esercizio fisico.
Vigoressia e anoressia nervosa appaiono concetti molto simili, che differiscono in funzione dell’ideale corporeo che si desidera raggiungere. Ciò potrebbe indicare alle future ricerche la necessità di costruire strumenti di valutazione più sensibili alla presenza sintomatica di tali preoccupazioni negli uomini. Questo potrebbe aiutare a differenziare sottocategorie significative di disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati, che sono la categoria più prevalente tra i disturbi dell’alimentazione.
Attualmente il disturbo da dismorfismo muscolare rientra tra le sottocatogorie del dismorfismo corporeo, inserito tra i disturbi dello spettro ossessivo compulsivi, nell’ultima versione del DSM [DSM-5, APA 2013].
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