Non solo gli adulti, ma anche i bambini e gli adolescenti possono andare incontro a problematiche emotive e psicologiche, riguardanti vari aspetti della loro quotidianità, e di conseguenza possono beneficiare di interventi di approccio cognitivo comportamentale.
E’ possibile fare una rapida panoramica delle difficoltà più comunemente riportate per le diverse fasce di età:
Età infantile (6 -10 anni). In questo periodo il bambino inizia a padroneggiare molte abilità motorie e alcuni aspetti di autonomia. Si presenta una sempre più prolungata separazione dai genitori e da casa, per via degli impegni scolastici. Questa è anche l'età in cui i bambini cominciano a praticare giochi e attività sportive, e insorge il confronto e il paragone con gli altri. Le criticità che emergono possono quindi riguardare paure irrazionali, fobie, separazione dai genitori, ansia sociale legata alle prime interazioni con i coetanei e timore del rifiuto, ansia prestazionale legata ai risultati scolastici.
Prima adolescenza (11 – 15 anni). E’ il periodo in cui i ragazzi rivolgono la maggior parte dell'attenzione verso se stessi, valutando le loro qualità, doti e difetti. Possono essere altrettanto attenti alle opinioni che gli altri hanno di loro e agli atteggiamenti e comportamenti che gli vengono rivolti. Essendo particolarmente "egocentrati", spesso fanno fatica a prendere in considerazioni punti di vista alternativi. In questa fase di vita si registrano frequenti sbalzi d’umore, iper reattività e suscettibilità, rapporti tesi e complessi in famiglia, scarsa autostima e senso di inadeguatezza rispetto ai coetanei, tendenza a conformarsi eccessivamente al gruppo.
Adolescenza avanzata (16 – 19 anni). In questa fase si trovano spesso ansie, timori e preoccupazioni legate al futuro lavorativo e universitario, desiderio di autonomia e indipendenza, senso di solitudine e diversità, ansia e preoccupazioni legate alla sessualità. I giovani adulti iniziano a sperimentare le gioie e dolori delle prime responsabilità e dell'autonomia di scelta, possono scontrarsi con errori dovuti all'inesperienza. Possono insorgere dubbi di natura esistenziale.
Questi nuclei problematici possono dar origine allo sviluppo di disturbi psicologici, simili a quelli dell’età adulta, come:
- Ansia, panico e fobie
- Disturbi ossessivo compulsivi
- Stati depressivi
- Somatizzazioni (e lamentele di malattie e dolori)
- Disturbi dell’alimentazione
- Ritiro sociale ed isolamento
- Problemi scolastici
- Disturbo da deficit d’attenzione e iperreattività (ADHD)
- Disturbo oppositivo provocatorio
- Aggressività
- Uso e abuso di sostanze
I primi colloqui introduttivi e di raccolta dati sono fondamentali per stabilire se il comportamento del bambino/adolescente rientra in un normale stadio di sviluppo (e quindi non necessita di particolari trattamenti psicologici) o se è anomalo e compromettente per il benessere psico-fisico e la vita relazionale del soggetto.
La successiva modalità di intervento può prevedere o meno il coinvolgimento diretto del bambino/adolescente. Si può infatti decidere, a seconda della situazione presentata, di lavorare anche soltanto sulla coppia genitoriale o piuttosto sull’intero nucleo familiare. Possono essere coinvolti insegnanti e altre figure di riferimento significative, così come si può impostare un lavoro di gruppo su bambini/adolescenti che condividono le stesse problematiche o facenti parte della stessa classe scolastica.
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