Resilienza: saper resistere alle difficoltà e agli urti della vita.

"..Ci vuole un fisico bestiale, per resistere agli urti della vita”. (L. Carboni)

Vi è mai capitato di incontrare qualcuno che non si abbatte di fronte alle difficoltà? Che nonostante le prove che la vita gli ha riservato ha tratto forza dalle esperienze e stimolo per andare avanti? Sono quelle persone che quando raccontano di loro si esprimono dicendo: “Ne ho passate tante che posso superare anche questo che sta capitando ora”. Non si tratta di individui invulnerabili, super-eroi, impassibili e imperturbabili ai problemi. Piuttosto, queste persone vengono definite come “RESILIENTI”. 

La resilienza è la capacità di riprendersi dalle batoste, dalle avversità, dalla sofferenza. Non solo resistendo in maniera passiva, ma progettando attivamente il futuro.

 

Il concetto di resilienza si trova in vari ambiti: ad esempio in fisica si definisce resilienza la proprietà che hanno i materiali di deformarsi ma di non spezzarsi; in biologia, la capacità di un tessuto di auto-ripararsi. In psicologia, è la capacità di prendere atto di ciò che sta accadendo, senza lasciarsi travolgere. Se una situazione non può essere cambiata, è bene prepararsi a gestirla, nel rispetto dei propri valori e quindi di sè stessi, lasciando da parte gli “avrei potuto” e gli “avrei dovuto”.

La resilienza è un’abilità in parte influenzata da fattori biologico/genetici e in parte legata alle vicende di vita familiari e relazionali.

La ricerca sui “fattori di rischio” (che promuovono una scarsa resilienza) ha evidenziato elementi quali: bassa autostima, attaccamento insicuro con le figure parentali, aspettative irrealistiche nei confronti di se stessi, difficoltà nello stabilire relazioni sociali, elevato livello di aggressività ed impulsività, abusi, forti dissidi familiari, mancanza di supporto.

Per contro, l’indagine sui “fattori di protezione” (elementi che facilitano lo sviluppo di resilienza) ha identificato: buon temperamento nelle relazioni sociali, pensiero creativo, umorismo, sostegno affettivo, capacità di porsi obiettivi realizzabili, coinvolgimento in attività prosociali, buon legame con la famiglia.

Ulteriori studi hanno comunque confermato l’ipotesi che resilienti “si può diventare”! …Come? 

  • Andando a modificare alcuni dei precedenti punti “di rischio” esposti.
  • Creare e mantenere una rete di relazioni affettive diversificate che sappia sostenere la persona nei momenti di difficoltà, infondendo coraggio e rassicurazione;
  • Cercare di strutturare un progetto di vita, essere motivati al conseguimento di obiettivi realistici e compiere ogni giorno qualcosa che sempre più avvicini a quanto prefissato.
  • Avere immaginazione ed interessi;
  • Rafforzare la propria autostima e la fiducia sul controllo della propria vita. pensare di poter esercitare un’influenza sull’ambiente e sugli avvenimenti esterni : non vedersi come vittime di un destino avverso, ma come individui capaci di ribaltare la situazione;
  • Saper scorgere in ogni difficoltà delle alternative.

Tutto ciò comporta la capacità di uscire dalla “zona di comfort ” all’interno della quale si crede che nulla di brutto potrà mai accadere, ed entrare invece nell’ottica che il dolore e la sofferenza possano essere superati, traendo profitto dalla ferita che hanno lasciato.

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Dott.ssa Chiara Francesconi

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Autori: J.Young, J.Bowlby, Jon Kabat Zinn, G. Liotti, Aaron Beck & Albert Ellis

Dott.ssa Chiara Francesconi - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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